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Differenza tra plexiglas e policarbonato
Cos'è il policarbonato
In policarbonato è un polimero che deriva dall'acido carbonico, proveniente dal composto organico del bisfenolo A.
Si tratta in sostanza di un materiale termoplastico, esistente a partire dagli anni Trenta del secolo scorso.
La grande trasparenza e la resistenza tipiche del policarbonato lo rendono perfetto in molteplici utilizzi, arrivando a sostituire il vetro classico, ma anche altri materiali di origine plastica.
In commercio esistono principalmente due tipologie di policarbonato: quello compatto e quello alveolare.
Il policarbonato compatto, è molto più trasparente, quasi come il vetro, circa 250 volte più robusto, ma molto più leggero. Oltre ad essere resistente, esso è anche un buon isolante acustico e termico.
Il policarbonato alveolare ha una struttura molto particolare, composta da alveoli. Questa versione è molto meno lucida dell'altra, ma resistente agli urti e alle intemperie, pertanto ideale per soluzioni esterne.
Le lastre di policarbonato sono vendute anche colorate, in caso di esigenze e utilizzi particolari.
Mentre il policarbonato trasparente è destinato a diversi usi nell'edilizia, come per sostituire il vetro in paratie, pareti o tettoie, quello colorato viene preferito per la produzione di arredi ed oggetti di design (come le nostre sedie), oppure quando si necessita di un divisorio che garantisca privacy ma al contempo lasci passare anche la luce.
I principali utilizzi del policarbonato riguardano i settori più disparati, come: l'edilizia, l'arredamento, il settore militare, l'ottica, l'aeronautica, l'elettronica ed altri ancora. Grazie alla grande facilità di montaggio delle lastre di policarbonato, nell’edilizia questo materiale viene usato per ricoprire le facciate di edifici, per dividere spazi interni, per realizzare finestre, coperture e tettoie (sia curve che piane).
Nel settore ottico invece, il policarbonato è utilizzato per produrre lenti e obiettivi per le macchine fotografiche, ma anche per la realizzazione di lenti per occhiali.
Nel settore militare il policarbonato è impiegato nella costruzione degli scudi antisommossa e dei giubbotti antiproiettile; mentre nel settore dell'aeronautica, esso viene utilizzato per gli oblò degli aerei.
Viste le sue caratteristiche e la sua versatilità, il policarbonato viene usato anche in ambito medico, per realizzare alcune apparecchiature per la cardiochirurgia, accessori per l'infanzia e articoli sanitari, come aerosol e biberon.
Cos’è il vetro sintetico
Detto anche plexiglass, o più specificamente polimetilmetacrilato, il vetro sintetico sostituisce da tempo il classico vetro. Si tratta di un materiale plastico trasparente e resistente, formato da polimeri di metacrilato di metile (MMA).
In commercio è possibile trovare lastre di vetro sintetico di diversi spessori (solitamente da 1 millimetro a 30 millimetri) e colori, in modo da adattarsi a diverse esigenze di utilizzo.
Il plexiglass è un materiale flessibile e modellabile, pertanto può essere termoformato per ottenere le forme desiderate.
Il vetro sintetico è estremamente trasparente, addirittura più del vetro, ma chiaramente meno delicato e meno soggetto a rottura; ecco perché il vetro sintetico ha sostituito il vetro in molti settori.
Tra gli utilizzi più particolari del plexiglass troviamo la produzione di lenti intraoculari, accessori utilizzati in ortopedia, componenti per l'odontoiatria ed altri strumenti per la medicina estetica e per la radioterapia.
Il vetro sintetico è molto sfruttato anche per la sua sensibilità alla corrente che lo attraversa e per essere un ottimo conduttore di luce.
In aggiunta, il plexiglass può essere riciclato durante la produzione, grazie alla distillazione dei pezzi di scarto che vengono nuovamente polimerizzati per ottenere nuovo plexiglass.
Cos'è il vetro temperato
Il vetro comune che tutti conosciamo è un prodotto derivante dalla setacciatura di sabbia silicea, che viene poi fusa ad alte temperature nelle vetrerie.
Il vetro temperato (o temprato), invece, subisce un passaggio aggiuntivo, detto tempra, nel quale il materiale viene infornato in appositi macchinari ad una temperatura di circa 640 gradi.
Subito dopo, viene raffreddato da un altro macchinario che soffia getti d'aria.
Così facendo, la lastra di vetro temperato si indurisce immediatamente sui lati, rafforzando in maniera esponenziale resistenza ed elasticità, mentre il centro si raffredda più lentamente.
Grazie a questo processo, il vetro temperato diventa circa 6 volte più resistente del vetro normale: esso sopporta 4 volte di più gli urti e resiste fino a 250° C.
Il grande pregio del vetro temprato, per il quale è molto utilizzato in diversi ambiti, è che si tratta di un materiale molto sicuro, in quanto in caso di rottura si frantuma in pezzi smussati che non tagliano. La sicurezza e la resistenza oltre il normale consentono al vetro temperato di essere adoperato in moltissimi contesti, come per pareti divisorie in spazi chiusi, box doccia, vetrine di negozi o, nell'edilizia, per fabbricare l'esterno dei moderni palazzi in vetro.
Bisogna sottolineare però che il processo di tempra prevede che il vetro non possa subire più modifiche, pertanto i pezzi vanno dapprima lavorati e modellati e in seguito temprati.
Differenza tra plexiglass e policarbonato
Il plexiglass e il policarbonato sono spesso considerati come lo stesso materiale ma, anche se si tratta di due valide alternative al vetro, ci sono delle differenze sostanziali tra i due.
1) Iniziando dalle caratteristiche intrinseche di questi due materiali plastici, il plexiglass ha una densità di 1,19 g/cm3, mentre il policarbonato ha una densità di 1,2 g/cm3, entrambi i valori sono estremamente più bassi della densità del vetro, che corrisponde a 2,5 g/cm3.
2) La resistenza all’urto è fondamentale, dato l’uso che si fa di entrambi i materiali.
Nonostante sia il plexiglass che il policarbonato siano molto leggeri, pesando circa la metà del vetro, il policarbonato risulta maggiormente resistente agli urti di 250 volte rispetto al vetro, mentre il plexiglass 17 volte in più.
3) Il policarbonato è flessibile e può essere maneggiato e lavorato con più libertà senza rischiare lesioni, mentre il plexiglass è molto più rigido e soggetto a rotture.
4) Un’altra caratteristica che rende diversi i due materiali è la luminosità, o più precisamente la trasparenza.
Essa risulta particolarmente importante quando policarbonato e plexiglass vengono utilizzati in sostituzione di pareti o per realizzare coperture che devono portare luce agli ambienti.
Il plexiglass è più luminoso, esso ha un fattore di trasmittanza della luce del 92%, mentre il policarbonato dell'88%.
Per ottenere una maggiore trasparenza, il policarbonato viene trattato con procedimenti appositi ma, col passare del tempo, tende ad ingiallirsi.
5) La resistenza e la durevolezza sono indiscutibili per entrambi; ciò che invece può fare la differenza è che il plexiglass, una volta graffiato, può essere sottoposto a lucidatura e tornare come nuovo, cosa che però non avviene col policarbonato.
Quando si decide di optare per materiali plastici come plexiglass e policarbonato, è bene scegliere il loro utilizzo anche pensando alla sicurezza delle persone.
Infatti, nonostante siano più sicuri del vetro in caso di rottura, non sono ignifughi in caso di incendio, ma il policarbonato è meno infiammabile del plexiglass.
Infine, per quanto riguarda la pulizia di policarbonato e plexiglass, può essere eseguita semplicemente con acqua, se necessario con l’aggiunta di sapone neutro, e un panno morbido non abrasivo.
È importante evitare l’uso di detergenti aggressivi, dato che i due materiali temono agenti chimici e solventi.
Agenti atmosferici, raggi UV e agenti chimici
Per poter assicurare un'elevata durabilità dei materiali, bisogna conoscere pregi e difetti del plexiglass e del policarbonato.
Le intemperie e i prodotti non adeguati utilizzati per la pulizia potrebbero infatti compromettere la resistenza e le altre caratteristiche.
Per quanto riguarda gli agenti atmosferici, prima di scegliere il materiale è bene capire l'uso che se ne vuole fare. Il policarbonato è più elastico del plexiglass e anche più resistente ad urti e intemperie. Proprio per questo, esso risulta maggiormente idoneo per l’esterno.
I raggi UV sono invece nemici di entrambi questi materiali, ma il policarbonato ingiallisce molto più velocemente se esposto alla luce del sole, rischiando anche di opacizzarsi senza rimedi. L'unica soluzione per evitare che il policarbonato si rovini è quella di trattarlo con additivi appositi per proteggerlo. Il plexiglass invece, nonostante possa ingiallire se esposto ai raggi UV, può essere lucidato in seguito.
Durante la pulizia di lastre od oggetti di policarbonato e plexiglass, è preferibile utilizzare panni non abrasivi ed acqua e, quando necessario, saponi neutri (il sapone di Marsiglia è perfetto per questo scopo).
Il policarbonato ad esempio teme gli esteri, i chetoni e gli alcoli, ovvero composti presenti in molti detersivi di uso comune, che lo fanno opacizzare.
Il plexiglass invece si rovina a contatto con agenti chimici come l'acetone, l'acetato di etile, il benzolo, i fenoli e i diluenti in generale.
Differenza di prezzo tra plexiglass e policarbonato
Entrambi questi materiali vengono venduti a peso, quindi per fare paragoni si dovrebbero mettere a confronto due lastre dello stesso peso.
In generale, sia il plexiglass che il policarbonato sono più costosi del vetro classico, ma spesso vengono preferiti per la maggiore resistenza agli urti e alle intemperie, nonché per la durevolezza.
A parità di peso, il policarbonato ha un prezzo più alto rispetto al plexiglass.
Quando si comprano lastre di policarbonato però, bisogna sempre prestare attenzione al peso, dato che le dimensioni possono trarre in inganno.
Anche se della stessa dimensione, infatti, una lastra di policarbonato alveolare è più leggera di una lastra di policarbonato compatto.
Nonostante il policarbonato costi più del plexiglass, viste le sue caratteristiche, si può affermare che tra i due il policarbonato è il materiale con un miglior rapporto qualità-prezzo.